Dal 28 al 30 settembre, sotto un sole cocente, si è svolto in località Galletti, sulle alture di San Rocco di Camogli, il primo corso introduttivo alla muratura a secco organizzato dall'Associazione In te Fasce in collaborazione con il Collettivo Milarepa. Già da qualche giorno alcuni elementi del Collettivo avevano preparato il terreno ove un numero ridotto e selezionato di corsisti avrebbe poi effettuato la parte pratica. La location del corso, un uliveto terrazzato vista mare, ha patito anni di incuria prima di essere gradualmente recuperato con passione dai nuovi affittuari. Restano ancora alcuni muri da ricostruire in una zona abitualmente battuta dalle scorribande dei cinghiali. Le pietre presenti, calcari marnosi del Monte Antola, in genere squadrate e facilmente lavorabili, ben si predispongono per un corso introduttivo, basato essenzialmente sulla sostanza piuttosto che sull'estetica.
Il pomeriggio del 28 settembre si è svolta la parte teorica. I partecipanti – tutti proprietari di appezzamenti interessati a mettere in pratica nei propri terreni le nozioni acquisite – hanno posto numerose domande sulle finalità e i vantaggi della muratura a secco (muri, beudi per la canalizzazione delle acque), sia per le coltivazioni (in genere uliveti) poste sui terrazzi, sia per la difesa del suolo in quanto il muro delle fasce è un complesso sistema regolatore delle acque devastatrici che in questo modo giungono a valle domate, dopo essere state utilizzate per fini agricoli.
Nelle giornate di sabato e domenica, dopo una spiegazione accurata degli strumenti di lavoro (ne sono stati mostrati anche alcuni “d'epoca”) ci si è occupati della tecnica del posizionamento delle pietre di fondazione, della sbozzatura delle pietre, dell'importanza dell'inserimento delle cosiddette chiavi e della messa in opera dei calandri che regolano l'inclinazione e la linea del muro.
Gli allievi ovviamente non sono stati meri spettatori ma, indossando guanti e scarpe antinfortunistiche, si sono adoperati con solerzia nell'attività di scelta delle pietre e nel loro gravoso trasporto al muro per la facciata e soprattutto per la massicciata, parte assai logorante del lavoro. È fondamentale infatti capire che l'aspetto della fatica scavalca quello romantico che negli ultimi anni ha dato un vigore talvolta irrazionale al mestiere del muragliere.
Sia nella giornata di sabato che in quella di domenica, i proprietari hanno preparato un pranzo rifocillante, apprezzato sia dai corsisti che, tornati a casa metteranno in pratica le nozioni acquisite sui propri muri crollati, sia dai presenti del Collettivo Milarepa soddisfatti di integrare anche con una parte didattica l'abituale duro lavoro sul campo.


